Ho sempre pensato che nelle esperienze lavorative valessero gli schemi dei rapporti umani. Succede anche nelle ditte che il rapporto si logori, che le aspettative non vengano soddisfatte, e che le storie si trascinino in una specie di equilibrio instabile indefinito che prima o poi qualche tradimento o altro evento fa cadere. Nei rapporti lavorativi purtroppo non si riesce a “mettere su casa da soli” in attesa (se proprio la si desidera) di una storia nuova. Si rimane perciò così, separati in casa, con l’unico schermo di mantenere i rapporti nel limite della civiltà, in attesa di trovare un nuovo posto. Il momento del distacco è duro, e per momento del distacco intendo quel momento in cui ti si aprono gli occhi, magari dopo anni, e ti rendi conto che non ha più senso, che hai investito su una piramide di sabbia, che pensavi che qualcuno si fosse accorto che hai dato, e invece no, che adesso in qualche modo per te non c’è più posto. Bisogna ritirarsi su come da un divorzio difficile, riprendere coscienza delle proprie capacità, non accettare qualsiasi cosa solo per scappare, e smetterla di piangere. Non è facile, ma una volta che il velo ti è scappato dagli occhi non c’è più modo di tornare indietro. Bisogna tenerli bene aperti, gli occhi, anche se con il mascara waterproof.
Poi quello che fanno gli altri non ti riguarda più, è solo rumore di fondo.
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11 commenti
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24 settembre 2009 a 5:39 pm
Pimpirulin
Tesoro, ti sono vicina. So perfettamente cosa stai provando, ci sono passata anche io.
Soddisfazioni dalla mia azienda non ne avrò mai più, ho avuto la fortuna di trovarle fuori.
24 settembre 2009 a 7:34 pm
cinciamogia
Grazie carissima! A me deprime un po’ il fatto che alla fine per tutto il tempo e la passione che si investe nel lavoro, spesso i ritorni sono ridicoli (e mica parlo di stipendio o livello, eh? Solo di considerazione). Sarà una questione di aspettative troppo alte.
Ma, giustamente, esiste la vita fuori di lì per avere delle soddisfazioni.
Grazie mille, un abbraccio
24 settembre 2009 a 8:10 pm
susanna
Sarò scema, ma non ho capito che ti è successo (del resto sono una micia…): ti hanno licenziata?…
gatta susanna
24 settembre 2009 a 8:55 pm
cinciamogia
No no, ho solo capito che dopo otto anni a cercare di fare il meglio, forse non ne valeva la pena perchè non mi ha dato la cosiderazione che credevo di valere.
Niente di tragico, solo una piccola epifania personale che mi ha fatto pensare che forse è il momento di guardarsi un po’ in giro (o di restare qui, ma di tirare ampiamente i remi in barca).
Il post è stato scritto tra una litigata e l’altra, perciò mi scuso se non sono stata chiara, e frignavo abbondantemente dietro a uno dei miei monitor, da cui l’utilità del mascara waterproof.
25 settembre 2009 a 6:48 am
susanna
Già… bisogna vedere qual è la ragione per cui uno vuol fare del suo meglio. Se lo fa per essere considerata dagli altri, meglio non mettercisi nemmeno, dice sempre la mia Mamma. Se lo fa per avere auto-considerazione, è un altro paio di maniche. Se uno ce l’ha, nessuno gliela leva, neanche la poca considerazione altrui.
La mia Mamma è insegnante (avrai letto il suo blog delirante) e una volta, durante un Collegio Docenti, disse che sapeva d’essere una buona insegnante. Beh, qualcuno si mise a ridere… Anche lei, negli anni passati, si è trovata a piangere per questioni lavorative… un giorno lo racconterà, quando la cosa sarà ormai passata e non le farà più male.
Certo che, però, nella scuola è diverso. Nella scuola puoi limitarti ad interagire coi ragazzi (sempre che non siano loro, la causa del tuo pianto) e ignorare capo e colleghi. Ma mi pare d’aver capito che tu lavori in un’industria. Non so proprio come debba essere…
gatta susanna
25 settembre 2009 a 9:25 am
amaramara
Cara Cincia…mi pare inutile scrivere cose che già ti ho detto in più occasioni,sai come la penso 😉 se devi piangere fallo,ma poi rialza la testa e vai avanti non ti manca nulla.
25 settembre 2009 a 2:39 pm
Serena
oddio anche io avevo pensato alla versione tragica delle tue parole!
cioè…in un certo senso meno male che non è per quello!
io mi associo alle parole di Mara, niente di più vero!
25 settembre 2009 a 7:51 pm
cinciamogia
@ Susanna: appunto, sul perchè una pensi di dover dare di più del necessario ci sarebbe da discutere. Fatto sta che si fa, e il giorno che ti accorgi che questo non ti serve a niente, ci stai male; soprattutto perchè poi la ditta su questo tuo dare ci ha marciato ben bene. Il problema ce l’ho col capo (e non ce l’ho mica solo io…), con i colleghi tutto sommato sto bene, almeno quello. E’ che mi crolla ‘sto sistema di valori basato sull’etica del sagrifizio (afanculo anche ‘sti ideali balenghi con cui mi hanno cresciuta), e adesso sono un po’ sbalestrata.
@ Amaramara: eh lo so che mi avete tante volte cercato di convincere a parole, ma lo sai com’è, sono zuccona, finchè non batto la testa nel muro non la capisco. Infatti, adesso testa alta e occhi ben aperti.
@ Serena: scusate se vi ho fatto spaventare! Come dicevo, è stato uno sfogo tra due sequele di urla (fatte e subite – ho urlato anche io, e lo so che avreste voluto vedermi perche non ci credete, eh???) e forse non è stato chiaro. Stanti le ferree politiche aziendali su blog e facebook e compagnia bella, meglio lasciare tutto nella nebbia, mica che qualcuno mi riconosce.
Baci a tutte
26 settembre 2009 a 6:39 pm
Oscar Ferrari
se ho ben capito, stai vivendo il presente come se fosse già il passato, l’unica è aumentare la dose di alccol nelle pere al burro e scegliere le kaiser Alexander
27 settembre 2009 a 8:08 am
cinciamogia
Grazie Oscar, hai perfettamente ragione! 😀
1 aprile 2010 a 1:45 pm
Notizie dai blog su Mascara waterproof ‘Le 2 de Guerlain’
[…] la cosa che mi è servita di più in questo ufficio è il mascara waterproof Ho sempre pensato che nelle esperienze lavorative valessero gli schemi dei rapporti umani. Succede anche nelle ditte che il rapporto si logori, che le aspettative non vengano soddisfatte, e che le storie si trascinino in una specie di equilibrio instabile indefinito che prima o poi qualche tradimento o altro evento fa cadere. blog: Cinciamogia | leggi l'articolo […]