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Lavorando da casa da un annetto abbondante, ho avuto modo di familiarizzare con i piccioni.
Dato che già vi vedo fare la faccina “che schifo, ratti volanti” eccetera, ho deciso di distruggere alcuni stereotipi sul piccione e spezzare delle lance a loro favore. Sono animali estremamente intelligenti e simpatici, e non si meritano tutta l’animosità e il disprezzo con cui li giudichiamo.
I piccioni cagano ovunque
Già, I gatti no, il terranova del vicino che produce il doppio di me la fa che sa di fiori, voi non espletate…E di tutta questa congerie di animali, solo noi non la facciamo ovunque. Il piccione sembra fare più cacca degli altri animali perchè, piccino, ama polleggiare nello stesso posto per ore, e quando gli viene, la fa. Ricordate che per gli uccelli, la cacca va fatta subito perchè è peso inutile che rallenta il volo.
Il piccione è pacifico
Come no. Evidentemente non vi siete mai trovati in mezzo ad un litigio di piccioni, beccandovi alate, spinte, e quando il contendente se ne è andato e il piccione vincitore vi sta beccando il mais dalla mano, delle belle beccate violente perchè il suddetto piccione è rimasto inverso perchè ha appena litigato e ce l’ha con il mondo intero. Per inciso, sto raccogliendo le piume che si strappano quando litigano, e ci farò un cuscino, cruelty free. Human cruelty free, not pigeon.
Il piccione è un po’ scemotto e mangia anche la spazzatura
Quello che viene da me non mangia orzo e farro, le arachidi solo alcune e altre no, briciole non se ne parla, ama semi di girasole e pinoli. Un altro piccione aveva la sua marca preferita di mandorle a filetti, una volta ho sbagliato marca e me le sono dovute mangiare io. I piccioni, se necessario, si adattano, poi appena possono mangiare cose decenti tornano a fare gli edonisti.
Il piccione è grassoccio e un po’ mollo
Il piccione è un fascio di muscoli, è tutto pettorali di ferro, mica come la vostra panzetta da birra, infatti, lui vola e voi no. Beccatevi un’alata o una spinta e poi ne riparliamo.
I piccioni piccoli non si vedono mai
Si vedono, basta saperli riconoscere. L’occhio è scuro, il becco ha delle gobbette e la caruncolina non è bianca, e fanno fiii invece del verso solito. Quest’anno me ne hanno già portati quattro, uno più tenero dell’altro.
Il piccione fa solo ru
Il piccione fa un sacco di versi, da quello per litigare, a quello per corteggiare la picciona, a quello che usa per chiamarmi alla finestra, che mi piace un sacco perchè è bassissimo, rimbomba e si vede il gozzo che si gonfia tipo cornamusa, a quello di stress tipo “vorrei mangiare questo mais dalla tua mano ma ho paura ma nello stesso tempo sono tentato”. Se una cosa lo infastidisce o non gli piace, scuote la testina come per dire “no”. Insomma, il piccione si fa capire benissimo, solo che a volte essendo gli umani prevenuti nei suoi confronti, evita perchè pensa che non ne valga la pena.
Il piccione ha le zecche e le attacca agli umani
Vero, i piccioni spesso hanno le zecche, se si sta attenti si vedono queste specie di ragnetti che corrono sulle piume a velocità esagerata e si infilano tipicamente sotto all’ala. Mai viste scendere dal piccione e cercare le persone, però. A meno che non abbiate anche voi le piume.
Sul fatto che il piccione trasmetta malattie non ho statistica, anche se date le mie frequentazioni ormai dovrei essere morta di qualsiasi cosa trasmettano. Dopo quest’anno di pandemia, peraltro, i piccioni potrebbero anche, a ragione, dirci di guardare un po’ noi stessi prima di criticare.
Ho letto recentemente la recensione di un libro di fotografie di uccelli apparsa sul New Yorker. L’autore del libro ha messo una fototrappola su un paletto posizionato davanti ad un altro paletto in un campo, e ha lasciato che questa scattasse, attivata dal passaggio dei vari animali selvatici che comparivano nell’inquadratura, per lo più uccelli, ma ho visto anche una volpe nelle foto a corredo dell’articolo.
Ora, a parte che chi dice che le foto con il cellulare non sono foto deve ammettere che in queste l’autore è ancora meno presente (se le sono fatte gli uccelli da soli, in definitiva), posso rognare su una cosa? Vi tocca qua, perchè se il New Yorker avesse un indirizzo e-mail a cui spedire le lamentele, avrei scritto a loro.
L’articolo è stato scritto da Karl Ove Knausgård, il che già non solleva gli animi (almeno il mio, che come personaggio lo sopporto poco).
Il tenebroso e autoreferenziale norvegese scrive ad un certo punto:
[The wood pigeons]’d first appeared four years before, building their nest, laying eggs, hatching them, and feeding their young—and just before the young reached the fledgling age a goshawk had come and taken them. But, the following spring, the pair returned to lay new eggs, feed new young—only for the goshawk to come and take them again, just days before they were ready to fly. Strangely, this didn’t stop the pair from returning, again and again, to the very same place, with the very same result.
[…] The wood pigeons did not only lose all their young that first spring; they exposed themselves to the same danger again, not just once but three times over, in each case with open eyes. They could do this only because they lack any conception of past or future, living their lives wholly and fully in the now, and in the now there is no goshawk. In the now is the nest, the eggs, the sun, the leaves of the tree, the warm air, the sounds drifting up from below, hunger, thirst, the overwhelming instinct that compels them to feed their screeching young. From the viewpoint of the wood pigeons, their life is no tragedy. They are, on the contrary, joyful: listen to how they coo, see how busily they seek food for their hungry chicks.
Cioè, i piccioni continuano a fare il nido anche se l’astore gli mangia i piccini perchè, in sostanza, sono scemi, non si ricordano, vivono il qui e ora e l’astore qui e ora non c’è, perciò non ci pensano, e sono felici.
Oh Karl! Nella tua infinita supponenza, hai mai pensato che forse i piccioni sanno che l’astore è una possibilità ma ritengono che il compito debba essere compiuto, e in ciò sta la felicità e il compimento dell’esistenza? Che i piccioni, in definitiva, seguano un loro Camus piccionesco mentre tu il nostro Camus umano, che ha scritto “il mito di Sisifo” anche a questo proposito, manco l’hai letto?